Anche Settimo Cielo va in vacanza. Con un dono speciale ai lettori

Cari let­to­ri,

in que­ste set­ti­ma­ne di ago­sto anche Settimo Cielo è in vacan­za. Ma per poco. E non sen­za offrir­vi un’omelia capo­la­vo­ro di Benedetto XVI, la pri­ma di quel­le da lui pro­nun­cia­te ogni 15 ago­sto, nel­la festa di Maria Assunta, nel­la pic­co­la chie­sa a pochi pas­si dal palaz­zo pon­ti­fi­cio di Castel Gandolfo.

Nell’illustrazione, un par­ti­co­la­re dell’Assunta dipin­ta da Tiziano nel 1516, a Venezia nel­la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari.

Buona esta­te e a pre­sto!

Sandro Magister

*

“SE DIO ENTRA NEL NOSTRO TEMPO…”

di Benedetto XVI

Omelia nel­la festa dell’Assunta
Castel Gandolfo, chie­sa di San Tommaso da Villanova
15 ago­sto 2005

Cari fra­tel­li e sorel­le,

[…] Nel Vangelo abbia­mo sen­ti­to il “Magnificat”, que­sta gran­de poe­sia venu­ta dal­le lab­bra, anzi dal cuo­re di Maria, ispi­ra­ta dal­lo Spirito Santo. In que­sto can­to mera­vi­glio­so si riflet­te tut­ta l’anima, tut­ta la per­so­na­li­tà di Maria. Possiamo dire che que­sto suo can­to è un ritrat­to, una vera ico­na di Maria, nel­la qua­le pos­sia­mo veder­la pro­prio così com’è. Vorrei rile­va­re solo due pun­ti di que­sto gran­de can­to. Esso comin­cia con la paro­la “Magnificat”: la mia ani­ma “magni­fi­ca” il Signore, cioè “pro­cla­ma gran­de” il Signore. Maria desi­de­ra che Dio sia gran­de nel mon­do, sia gran­de nel­la sua vita, sia pre­sen­te tra tut­ti noi. Non ha pau­ra che Dio pos­sa esse­re un “con­cor­ren­te” nel­la nostra vita, che pos­sa toglier­ci qual­co­sa del­la nostra liber­tà, del nostro spa­zio vita­le con la sua gran­dez­za. Ella sa che, se Dio è gran­de, anche noi sia­mo gran­di. La nostra vita non vie­ne oppres­sa, ma vie­ne ele­va­ta e allar­ga­ta: pro­prio allo­ra diven­ta gran­de nel­lo splen­do­re di Dio.

Il fat­to che i nostri pro­ge­ni­to­ri pen­sas­se­ro il con­tra­rio fu il nucleo del pec­ca­to ori­gi­na­le. Temevano che, se Dio fos­se sta­to trop­po gran­de, avreb­be tol­to qual­co­sa alla loro vita. Pensavano di dover accan­to­na­re Dio per ave­re spa­zio per loro stes­si.  Questa è sta­ta anche la gran­de ten­ta­zio­ne dell’epoca moder­na, degli ulti­mi tre-quattro seco­li. Sempre più si è pen­sa­to ed anche si è det­to: “Ma que­sto Dio non ci lascia la nostra liber­tà, ren­de stret­to lo spa­zio del­la nostra vita con tut­ti i suoi coman­da­men­ti. Dio deve dun­que scom­pa­ri­re; voglia­mo esse­re auto­no­mi, indi­pen­den­ti. Senza que­sto Dio noi stes­si sare­mo dei, facen­do quel che voglia­mo noi”. Era que­sto il pen­sie­ro anche del figlio pro­di­go, il qua­le non capì che, pro­prio per il fat­to di esse­re nel­la casa del padre, era  “libe­ro”. Andò via in pae­si lon­ta­ni e con­su­mò la sostan­za del­la sua vita. Alla fine capì che, pro­prio per esser­si allon­ta­na­to dal padre, inve­ce che libe­ro, era dive­nu­to schia­vo; capì che solo ritor­nan­do alla casa del padre avreb­be potu­to esse­re libe­ro dav­ve­ro, in tut­ta la bel­lez­za del­la vita.

È così anche nell’epoca moder­na. Prima si pen­sa­va e si cre­de­va che, accan­to­nan­do Dio ed essen­do noi auto­no­mi, seguen­do solo le nostre idee, la nostra volon­tà, sarem­mo dive­nu­ti real­men­te libe­ri, poten­do fare quan­to vole­va­mo sen­za che nes­sun altro potes­se dar­ci alcun ordi­ne. Ma dove scom­pa­re Dio, l’uomo non diven­ta più gran­de;  per­de anzi la digni­tà divi­na, per­de lo splen­do­re di Dio sul suo vol­to. Alla fine risul­ta solo il pro­dot­to di un’evoluzione cie­ca e, come tale, può esse­re usa­to e abu­sa­to.  È pro­prio quan­to l’e­spe­rien­za di que­sta nostra epo­ca ha con­fer­ma­to.

Solo se Dio è gran­de, anche l’uomo è gran­de. Con Maria dob­bia­mo comin­cia­re a capi­re che è così. Non dob­bia­mo allon­ta­nar­ci da Dio, ma ren­de­re pre­sen­te Dio; far sì che Egli sia gran­de nel­la nostra vita; così anche noi diven­tia­mo divi­ni;  tut­to lo splen­do­re del­la digni­tà divi­na è allo­ra nostro. Applichiamo que­sto alla nostra vita. È impor­tan­te che Dio sia gran­de tra di noi, nel­la vita pub­bli­ca e nel­la vita pri­va­ta. Nella vita pub­bli­ca, è impor­tan­te che Dio sia pre­sen­te, ad esem­pio, median­te la Croce negli edi­fi­ci pub­bli­ci, che Dio sia pre­sen­te nel­la nostra vita comu­ne, per­ché solo se Dio è pre­sen­te abbia­mo un orien­ta­men­to, una stra­da comu­ne; altri­men­ti i con­tra­sti diven­ta­no incon­ci­lia­bi­li, non essen­do­ci più il rico­no­sci­men­to del­la comu­ne digni­tà. Rendiamo Dio gran­de nel­la vita pub­bli­ca e nel­la vita pri­va­ta. Ciò vuol dire fare spa­zio ogni gior­no a Dio nel­la nostra vita, comin­cian­do dal mat­ti­no con la pre­ghie­ra, e poi dan­do tem­po a Dio, dan­do la dome­ni­ca a Dio. Non per­dia­mo il nostro tem­po libe­ro se lo offria­mo a Dio. Se Dio entra nel nostro tem­po, tut­to il tem­po diven­ta più gran­de, più ampio, più ric­co.

Una secon­da osser­va­zio­ne. Questa poe­sia di Maria – il “Magnificat” – è tut­ta ori­gi­na­le; tut­ta­via è, nel­lo stes­so tem­po, un “tes­su­to” fat­to total­men­te di “fili” dell’Antico Testamento, fat­to di paro­la di Dio. E così vedia­mo che Maria era, per così dire, “a casa” nel­la paro­la di Dio, vive­va del­la paro­la di Dio, era pene­tra­ta dal­la paro­la di Dio. Nella misu­ra in cui par­la­va con le paro­le di Dio, pen­sa­va con le paro­le di Dio, i suoi pen­sie­ri era­no i pen­sie­ri di Dio, le sue paro­le le paro­le di Dio. Era pene­tra­ta dal­la luce divi­na e per­ciò era così splen­di­da, così buo­na, così rag­gian­te di amo­re e di bon­tà. Maria vive del­la paro­la di Dio, è per­va­sa dal­la paro­la di Dio. E que­sto esse­re immer­sa nel­la paro­la di Dio, que­sto esse­re total­men­te fami­lia­re con la paro­la di Dio le dà poi anche la luce inte­rio­re del­la sapien­za. Chi pen­sa con Dio pen­sa bene, e chi par­la con Dio par­la bene. Ha cri­te­ri di giu­di­zio vali­di per tut­te le cose del mon­do. Diventa sapien­te, sag­gio e, nel­lo stes­so tem­po, buo­no; diven­ta anche for­te e corag­gio­so, con la for­za di Dio che resi­ste al male e pro­muo­ve il bene nel mon­do.

E, così,  Maria par­la con noi, par­la a noi, ci invi­ta a cono­sce­re la paro­la di Dio, ad ama­re la paro­la di Dio, a vive­re con la paro­la di Dio, a pen­sa­re con la paro­la di Dio. E pos­sia­mo far­lo in diver­sis­si­mi modi: leg­gen­do la Sacra Scrittura, soprat­tut­to par­te­ci­pan­do alla Liturgia, nel­la qua­le nel cor­so dell’anno la Santa Chiesa ci apre dinan­zi tut­to il libro del­la Sacra Scrittura. Lo apre alla nostra vita e lo ren­de pre­sen­te nel­la nostra vita. Ma pen­so anche al “Compendio del Catechismo del­la Chiesa Cattolica”, che recen­te­men­te abbia­mo pub­bli­ca­to, nel qua­le la paro­la di Dio è appli­ca­ta alla nostra vita, inter­pre­ta la real­tà del­la nostra vita, ci aiu­ta ad entra­re nel gran­de “tem­pio” del­la paro­la di Dio, ad impa­ra­re ad amar­la e ad esse­re, come Maria, pene­tra­ti da que­sta paro­la. Così la vita diven­ta lumi­no­sa e abbia­mo il cri­te­rio in base al qua­le giu­di­ca­re, rice­via­mo bon­tà e for­za nel­lo stes­so momen­to.

Maria è assun­ta in cor­po e ani­ma nel­la glo­ria del cie­lo e con Dio e in Dio è regi­na del cie­lo e del­la ter­ra. È for­se così lon­ta­na da noi? È vero il con­tra­rio. Proprio per­ché è con Dio e in Dio, è vici­nis­si­ma ad ognu­no di noi. Quando era in ter­ra pote­va esse­re vici­na solo ad alcu­ne per­so­ne. Essendo in Dio, che è vici­no a noi, anzi che è “inte­rio­re” a noi tut­ti, Maria par­te­ci­pa a que­sta vici­nan­za di Dio. Essendo in Dio e con Dio, è vici­na ad ognu­no di noi, cono­sce il nostro cuo­re, può sen­ti­re le nostre pre­ghie­re, può aiu­tar­ci con la sua bon­tà mater­na e ci è data – come è det­to dal Signore – pro­prio come “madre”, alla qua­le pos­sia­mo rivol­ger­ci in ogni momen­to. Ella ci ascol­ta sem­pre, ci è sem­pre vici­na, ed essen­do Madre del Figlio, par­te­ci­pa del pote­re del Figlio, del­la sua bon­tà. Possiamo sem­pre affi­da­re tut­ta la nostra vita a que­sta Madre, che non è lon­ta­na da nes­su­no di noi.

Ringraziamo, in que­sto gior­no di festa, il Signore per il dono del­la Madre e pre­ghia­mo Maria, per­ché ci aiu­ti a tro­va­re la giu­sta stra­da ogni gior­no. Amen.

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Sandro Magister è fir­ma sto­ri­ca del set­ti­ma­na­le L’Espresso.
Questo è l’attuale indi­riz­zo del suo blog Settimo Cielo, con gli ulti­mi arti­co­li in lin­gua ita­lia­na: settimocielo.be
Ma di Settimo Cielo è con­sul­ta­bi­le anche l’intero archi­vio, anno per anno e in più lin­gue:
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